Il dimorfismo sessuale nel Parrocchetto dal Collare


Nel parrocchetto dal collare, il dimorfismo sessuale appare pressoché visivamente evidente in età adulta, grazie al classica banda policromatica presente intorno al collo e fin sotto il becco e individuabile - in differenti colorazioni - in pressoché tutte le colorazioni.
L'esemplare ancestrale presenterà pertanto un collare prevalentemente nero, seguito da una striscia rosa più o meno spessa appena dietro la nuca.
È bene specificare, come in commercio sia attualmente possibile reperire particolari soggetti - mutati o diversamente selezionati - nei quali quest'ultima striscia rosata risulta sostituita da un analogo disegno dal colore arancio o bianco (nel caso si assista ad una riduzione di psittacofulvina).

Gli individui di sesso femminile, pur non rivelando alcuna marcatura affine, presentano comunque una «riga» leggermente più chiara sulla parte superiore del collo.
Come ho accennato in precedenza, lo Psittacula krameri comincia a presentare un collare sufficientemente definito dopo il 17° mese dalla nascita, nonostante i novelli siano soliti effettuare la prima muta intorno 9-12° mese, per poi raggiungere la maturità sessuale in seguito al 2-3° anno.

Una tecnica assolutamente certa per intuire il sesso dopo l'anno di vita, consiste nell'osservare il comportamento dei novelli.
Un atteggiamento tipico dei maschi, ad esempio, può essere così riassunto: il soggetto apre leggermente le ali mantenendole a forma di cuore arcuato, si slancia con il busto in modo da raggiungere il massimo della sua lunghezza e apparire massimamente imponente.
Successivamente, ondeggia ripetutamente la testa a destra e sinistra, spostando il peso sulla rispettiva zampa e rimpicciolendo la pupilla.
Tale "danza di corteggiamento" può essere intrapresa in seguito al contatto visivo con femmine pronte all'accoppiamento, giovani maschi o -più semplicemente- anche con lo stesso allevatore.
Per incoraggiare i soggetti, potremo servirci di un piccolo specchio da inserire in voliera, al fine di rispecchiare l'immagine dell'animale.
Le femmine, al contrario, potranno assumere il classico assetto a «banana», incurvando il dorso, riversando la testa all'indietro e sollevando la coda: vi è pertanto un parallelismo con la posizione che manterranno, da adulte, durante la copula.

Avendo la possibilità di effettuare un paragone tra due soggetti di sesso opposto, potremo inoltre notare le seguiti differenze: il maschio rivela zampe meno possenti ed esili, una coda leggermente più lunga, e una cassa cranica piatta e larga.
Di contro la femmina, dimostrerà una testa più piccola e bombata, becco meno prominente e stazza tarchiata.
Inutile precisare che tali indicazioni risultano presenti in animali di tutte le età, ma non rappresentano un tecnica assolutamente certa per discernere il sesso.

Anche la livrea può fornirci indicazioni significative: il maschio, dopo la muta giovanile, presenta colori più accentuati e accessi, i quali diventano progressivamente più brillanti dietro la nuca ed -in particolare - fin sulla fronte, ove raggiungono la massima saturazione. 
Ovviamente una simile peculiarità non apparirà evidente in soggetti privi di melanina, quali i lutini e gli albini.
In conclusione, trovandoci nel beneficio del dubbio, potremmo sempre affidarci a laboratori per il sessaggio molecolare, assolutamente abbordabile ed innocuo per l'animale, oltre a rappresentare una sicura garanzia nel 97% dei casi (così riportano le statistiche).
Sarà sufficiente disporre di qualche piuma ed il riconoscimento sarà presto eseguito