I parrocchetti appartenenti al genere neophema hanno rappresentato per lungo tempo una consistente maggioranza nel mio allevamento di parrocchetti australiani.
Tale preferenza per questi deliziosi pappagallini scaturisce innanzitutto dalle elegantissime forme, proporzioni e portamenti di simili Psittacidi, che conferiscono alla struttura corporea generale un aspetto gradevolmente slanciato ed armonico.
Non tralasciamo, inoltre, la livrea a dir poco spettacolare, talvolta sgargiante e multicolore e talvolta più discreta e meno vivace, ma comunque sempre ben soffusa e ben integrata da varie sfumature, quasi fosse dipinta con l'acquerello.
Tuttavia, le peculiarità più galvanizzati dei piccoli Neophema risiedono nelle comuni caratteristiche etologiche e fisiologiche.
Alquanto apprezzabile è, ad esempio, il particolare volo ondulato, la moderata vivacità abbinata al carattere mite e silenzioso.
Il maschio può mutare sensibilmente il suo comportamento durante la stagione degli amori, dimostrandosi talvolta troppo focoso e irrequieto; di contro, gli esemplari di sesso femminile palesano un'estrema pacatezza.
La stazza ridotta permette inoltre l'alloggiamento in volierette non troppo dimensionate, anche se le strabilianti particolarità di questo genere risultano ammirabili in maniera ottimale con strutture non inferiori 3 metri di sviluppo orizzontale.
Personalmente li alloggiavo nei medesimi gabbioni da cova che utilizzo per i calopsite, ovvero dalle misure di 160x80x80h, con nido esterni e privi di griglia di fondo.
In effetti, questi Psittacidi rivelano abitudini terricole, permanendo per lungo tempo sul fondo dell'alloggio.
Il carico organico prodotto degli escrementi è veramente esiguo, essendo questi ultimi alquanto ridotti ed asciutti (per lo meno, in confronto ad altri pappagalli)
Altresì per tale ragione, risulta consigliabile posizionare i punti di foraggiamento in prossimità del suolo, sempre rispettando le dovute norme igieniche, al fine di simulare le abitudini ancestrali degli animali
Sotto il profilo alimentare, è possibile rilevare una scarsa propensione alla consumazione di alimenti troppo acquosi; d'altra parte, apprezzano gli ortaggi verdi, le erbe prative, le granaglie germogliate ed i misti di legumi e cereali bolliti.
Amano esporsi al sole diretto, assumendo assetti talvolta quasi comici, e praticare abluzioni in acqua pulita, motivo per cui richiedono una contigua disponibilità di bacinelle sufficientemente ampie e frequentemente igienizzate.
Non disdegnano nemmeno i bagni di polvere, in particolar modo nel periodo di muta: per permettere l'espressione di tale necessità comportamentale, mi premuravo di lasciare a disposizione piccoli recipienti colmati di terriccio sabbioso, in oltremodo graditi dagli animali.
Durante il corso del periodo riproduttivo potremo adoperare un semplice nido per agapornis, normalmente gradito da tutte le riproduttrici.
La dieta ottimale in tale stagione sarà principalmente composta da 20% semi secchi, 10% pastone proteico, 30% leguminose e cereali bolliti, 40% estrusi formula riproduttiva, senza mai dimenticare la necessità di vegetali freschi.
Se correttamente mantenuti e alimentati, i Neophema possono conseguire anche due cicli di cova annui, in un lasso di tempo compreso tra marzo e luglio.
Raccomando di non aumentare un simile ritmo riproduttivo, onde evitare eccessivo stress ai riproduttori e permettere una miglior ripresa fisica in previsione della stagione successiva.
L'unico difetto è rappresentato dall'elevata sensibilità alle patologie, soprattutto coccidiosi, verminosi e infezioni oculari: analiticamente, ciò richiede una pulizia maniacale di nidi e strutture.
Alcuni Neophema, quali - ad esempio - gli splendida, sono soliti imbottire il nido con erbe, foglie e strisce corteccia fresca, infilando il materiale nelle piume del corione.
La camera di cova continuerà ad essere arricchita fin dopo la nascita dei pulli, pratica che permetterà una miglior igiene dell'ambiente interno.
Resta consigliabile adoperare frasche di salice e rametti verdi di piante officinali, ottime la lavanda, la melissa, la salvia e l'erba luigia: tale peculiarità etologica sottolinea un'attenzione particolare da parte dei genitori per la costante pulizia delle strutture riproduttive.
Ciò può essere inoltre interpretato come un tentativo di tutela del loro delicato piumaggio, il quale tende a sciuparsi con estrema rapidità, soprattutto in caso di attrito contro un corpo solido: occorre quindi prestare un'arguta attenzione quando si tenta di afferrare i nostri soggetti, poiché si rischia di provocare un'abbondante perdita di piume.
Analiticamente, dovremmo premurarci di fornire discrete quantità di materiale vegetale, al fine di permettere il costante mantenimento
del nido.
Oltretutto consiglio di rivestire alcune pareti della voliera con rami di salice od analoga pianta sufficientemente elastica, poiché i giovani novelli dopo l'involo si rivelano particolarmente
irrequieti ed incapaci di orientarsi all'interno di un'ambiente protetto.
Di conseguenza, vi è un'alto rischio che possano piombare ad elevata velocità sulla rete di confine, le cui conseguenze potranno essere ben immaginabili...
Tale lacuna immunitaria, se non adeguatamente prevenuta, influisce in maniera sensibile sul tasso di mortalità nei novelli.
In conclusione, ci troviamo d'innanzi ad un genere assolutamente interessante, adatto sia ai neofiti che agli allevatori rodati; occorre tuttavia rispettare alcuni requisiti indispensabili per la salute psicofisica degli individui.
Personalmente ho abbandonato l'allevamento di questi piccoli Psittacidi, quando -volendomi specializzarmi nella coltura e selezione dei calopsite- dedicai a tale cacatuide tutti gli alloggi allora assegnati ai Neophema.
Tuttora mi trovo in piena costruzione di nuove voliere da 2 metri di lunghezza, ove sistemare i Nymphicus al fine di permettere un maggior spazio di volo: ultimato il progetto, auspico di riavviare un piccolo ceppo di Neophema, sfruttando gli attuali gabbioni da 160 che rimarranno spopolati.
Nel corso degli anni ho allevato diverse specie, tra le quali i pulchella, elegans, splendida e chrysostoma, tutti rigorosamente nella forma ancestrale.
Ho anche avuto modo di selezionare numerose mutazioni del Neophema splendida, quali grigio, ino, pallid, blu, turquoise, seagreen e fronted.
Avendone la possibilità, spero di poter reperire qualche soggetto di Neophema petrophila, parrocchetto delle roccia, il quale appare in netto declino all'interno degli allevamenti europei.
Lascio una piccola precisazione per quanto riguarda i parrocchetti di Bourke: tuttora non appartengono più al clade tassonomico dei Neophema, piuttosto sono stati recentemente descritti come Neopsephotus, costituendo l'omonimo genere prima d'ora inesistente.
Si tratta anch'essa di una specie estremamente interessante, putroppo indissolubilemente inquinata da diverse mutazioni a mio avviso decisamente sgradevoli alla vista, come il rosa o il Lutino.
Questo piccolo parrocchetto si presenta più rustico rispetto ai «cugini» Neophema, in quanto dimostra una minor vulnerabilità alle enteriti batteriche, miglior capacità genitoriali ed una strabiliante confidenza nei confronti dell'uomo.
Basti pensare all'incredibile tranquillità delle madri in cova, che paiono completamente incuranti delle ispezioni dell'allevatore.
Tale temperamento ne rende oltretutto possibile la convivenza in colonia, pressoché inimmaginamente con molte specie di Neophema, altamente territoriali e sensibili allo stress.
Sotto il profilo alimentare e mantenitivo, al contrario, le modalità d'allevamento rimangono in buona parte medesime e, per tale ragione, molti allevatori sono soliti utilizzare i parrocchetti di Brouke come balie per i Neophema, poiché questi ultimi presentano talvolta difficoltà nel portare a svezzamento i pulli di una seconda covata consecutiva.
Le eccellenti abilità genitoriali dei Neopsephotus risultano perfettamente palesate durante l'imbecco dei Neophema, favorendo una crescita ottimale e sviluppo omogeneo, qualitativamente superiore rispetto ai genitori naturali.